venerdì 8 maggio 2009

Come fu che ad un certo punto....


Lo vedete questo bel bambino biondo? E' Mariolino, il primo figlio del mio fratello maggiore, con il quale siamo stati per tutta la vita come culo e camicia, se mi perdonate la volgarità dell'espressione.
Avevo sempre pensato di non volere figli e, quindi, di non avere alcuna intenzione di sposarmi. Il matrimonio mi appariva allora quasi come una condanna a morte e a mia madre, che tentava invano di farmi ragionare, dicevo che non mi sarei di certo sposata, quanto meno non prima dei quarant'anni perché non volevo legami, volevo decidere liberamente della mia vita. Eh, sì, immaginavo la mia vita fatta di lavoro, viaggi, amori senza impegno, insomma in poche parole intendevo vivere a modo mio, almeno gli anni della giovinezza.
Poi un bel giorno si annunciò, del tutto inaspettato, l'arrivo di un bebé. Mio padre era seccatissimo, nella sua famiglia i bebè erano nati sempre solo DOPO nove mesi dal matrimonio, vi lascio immaginare quindi le storie e gli orribili suggerimenti per evitare lo scandalo. Mia madre, invece, donna di straordinaria intelligenza e modernità, disse che lei se ne fregava delle chiacchiere degli altri, il nipote c'era e lei se lo teneva. E si mise immediatamente all'opera per organizzare il matrimonio e accogliere l'erede. Fu una gravidanza senza problemi, alla fine Mariolino pareva sempre voler nascere, ma non si decideva mai, tanto che ad un certo punto i medici per evitare guai, decisero per il cesareo, con nostro grande sollievo. Io all'epoca lavoravo a Roma, dove vivevo da sola e, quindi, non appena Mariolino nacque immediatamente andai a Ripalta a vederlo. Era un bambino minuto con dita e unghie lunghissime, nato con la camicia, rivestito cioè di una sorta di pelle che poi nei giorni successivi alla nascita è caduta. I quattro peli che aveva in testa erano biondissimi e i suoi occhi diventavano di giorno in giorno di un azzurro più intenso. Andavo in giro per Roma con la testa infilata nelle vetrine dei giocattoli, nessuno mi pareva troppo bello o troppo costoso per lui, che cresceva bello come il sole e riempiva di orgoglio genitori e nonni. Intelligentissimo, apprezzava tutti gli stimoli che gli offrivamo e, soprattutto, adorava il nonno che seguiva come un cagnolino. Per parte mia, il fine settimana correvo a trovarlo, portandogli sempre qualcosa, e quando il pomeriggio mi stendevo sul letto, lui si veniva ad accoccolare vicino e dormivamo abbracciati.
Il suo profumo di borotalco, il tepore di quel corpo, la vocina squillante, le risate che scoppiavano improvvise e irresistibili, mi hanno pian piano conquistato ed mi hanno fatto capire che il rifiuto di avere figli era solo un capriccio della bambina la cui prima risposta era un sonoro NO. La natura faceva sentire la sua voce e mi spingeva a riconsiderare tutte le mie scelte di vita. Nel frattempo, chiusa l'esperienza romana, tornata a Napoli ritrovai tanti vecchi amici e tra un teatro, una conferenza, un cinema, una cena improvvisata, incontrai il mio principe ed in quattro e quattr'otto ci siamo sposati ed abbiamo immediatamente avviato la nostra famiglia....

Nessun commento:

Posta un commento